JUDO AL BUIO

Roberto Lachin, classe 1979, è l’ideatore e promotore del metodo di sperimentazione del Judo al Buio. Roberto, nato con una Retinite Pigmentosa ha perso la vista a 22 anni e non senza difficoltà, ha imparato giorno dopo giorno a ricreare il mondo ideale in cui
vivere al meglio. Provate anche solo ad immaginare cosa possa voler dire perdere la vista dall’oggi al domani: vi sentireste persi, impotenti di fronte alle più piccole cose, privi di
Autonomia.

Con il suo metodo esperienziale ed emozionale Roberto porta una testimonianza dall’impronta positiva che racconta e dimostra con i fatti come ci si possa sempre rialzare in piedi di fronte alle difficoltà e come, se lo si desidera davvero, le si possa trasformare in opportunità per essere d’esempio e di stimolo per gli altri.


Roberto si è approcciato per la prima volta al Judo dopo essere capitato per sbaglio nel
Dojo dove si stava svolgendo un allenamento, imbattendosi così nel maestro, il quale,
invece di rifiutarlo come era capitato le volte precedenti per altri sport, lo ha invitato a
provare, incoraggiandolo sul fatto che nonostante la mancanza del senso della vista
avrebbe tranquillamente potuto praticare Judo. Attualmente Roberto si allena presso
“JUDO MESTRE 2001”, dei Maestri Michele Pasini ed Emanuela Tadini.


Nella sua carriera agonistica si classifica secondo ai Campionati Italiani nel 2018,
partecipa alle Mini Olimpiadi di Murano dove tiene un allenamento di judo insieme a
ragazzi con disabilità intellettiva e un discorso, grazie al quale viene candidato al Premio
Nason, che vince nel dicembre 2018, succedendo a Federica Pellegrini, che era stata
premiata l’anno precedente. Nel 2019 è arrivato nuovamente secondo al Campionato Italiano.

Attualmente fa parte della Nazionale Italiana di Judo, con la quale ha già effettuato diversi
raduni tecnici. È impegnato nel sociale come Coordinatore dell’Associazione regionale per il Veneto Apri Onlus (associazione pro retinopatici ed Ipovedenti).

Sono due le proposte di sperimentazione del judo al buio:

  • Una specifica per tutte le persone che già praticano questo sport sia a livello
    amatoriale che professionale;
  • La seconda è una proposta che prevede degli educativi da svolgere in coppia per
    imparare le basi fondamentali di questa disciplina per chi non l’avesse mai
    praticata ed è accessibile a chiunque senza distinzione di età, sesso e
    preparazione atletica.

La sperimentazione del judo al buio si basa suifondamenti della disciplina stessa, ovvero il
rispetto e la fiducia nei confronti della persona con cui si andrà a lavorare in coppia, il
desiderio di volersi migliorare prendendosi sempre cura della persona che abbiamo di fronte, il superamento dei nostri limiti grandi o piccoli che siano, l’accrescimento della nostra autostima ed il miglioramento del nostro modo di comunicare non solo con le parole, ma anche con il corpo e con i gesti.


Durante lo svolgimento della lezione, Roberto verrà affiancato da Elena Travaini,
formatrice e ballerina professionista non vedente, che si occuperà della parte di
comunicazione e crescita personale, metodo che utilizza nel suo progetto di
sperimentazione della danza al buio (testato da oltre 250.000 persone nel mondo).
Verranno proposti diversi esercizi semplici ed accessibili la cui spiegazione e messa in
pratica sarà svolta indossando una mascherina nera sugli occhi in modo da potersi
calare nel buio più totale e quindi nella stessa condizione di Roberto ed Elena che nel
buio ci vivono.

Una serata di judo al buio MOTTO Podcast

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