CHARITY

Sono Elena Travaini, modella, ballerina e social media influencer che cura da anni progetti di inclusione sociale, come “Blindly dancing”, che ha visto oltre 250mila persone coinvolte nell’esperienza di danzare nel buio, e “Dona un colore a un bambino”.

Appena nata mi viene diagnosticato un tumore alla retina denominato Retinoblastoma Bilaterale non familiare che non solo costringe me e la mia famiglia a lunghe cure e frequenti ricoveri, ma compromette la mia vita futura, rendendomi quasi completamente cieca e modificando notevolmente l’aspetto del mio volto.

Nonostante le enormi difficoltà sono riuscita a realizzare i miei sogni: diventare una ballerina professionista e portare nel mondo un messaggio positivo e inclusivo, che gettasse luce sul talento piuttosto che sulla disabilità.

Ho realizzato “Blindly Dancing”, un progetto di sperimentazione del buio attraverso la danza, il gioco, i percorsi sensoriali. La testimonianza della mia vita, insieme a Anthony Carollo, ha coinvolto più di 250mila persone nel mondo in 3 anni, e ha avuto una grande attenzione mediatica (sono stata invitata ai programmi Ballando con le stelle, Le iene, La vita in diretta, intervistata su Vanity Fair e FREEDA). Il documentario del 2017 diretto da Nils Wanberg “Blindly Dancing in New York” è visibile gratuitamente su Youtube e prossimamente sarà sulla piattaforma Chili.

Sono anche co-conduttrice del podcast “Motto podcast”, che racconta storie di persone d’esempio per chi vuole migliorare se stesso, assieme a Roberto Lachin.

Il 10 dicembre 2022 ho ricevuto l’onorificenza da parte del Consiglio Ibero-Americano dei diritti umani grazie al mio attivismo per le persone con disabilità e per le donne.

IL PROGETTO
“Dona un colore a un bambino” è un progetto che va in supporto alle strutture ospedaliere oncologiche pediatriche e alle associazioni che donano un aiuto a queste famiglie che sperano in un futuro migliore.

È durante i miei continui controlli medici presso l’Ambulatorio della Pediatria Oncologica INT di Milano, che mi rendo conto di quanto valore abbiano le attività ludico ed educative organizzate a sostegno dei pazienti e delle famiglie in cura e decido di offrire un supporto con l’acquisto dei materiali necessari alla realizzazione delle attività.

Il progetto vuole regalare momenti di gioia ai bambini in cura e ragazzi affetti da disabilità. Inoltre, vengono donati materiali ludici ai bambini. Molti bambini sono stati aiutati da questo progetto. Marema, bambina di 4 anni malata di cancro, ha passato una giornata da principessa in un castello assieme alla sorella Aicha, 6 anni, con me. Nicolò, bambino di 3 anni malato di cancro, ha ricevuto una baby car simile a quella con cui giocava in ospedale.

Elenco delle strutture che il progetto ha aiutato fino adesso:

  • Reparto di oncologia pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
  • Reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma
  • Unitá Funzionale di Salute Mentale Infanzia e Adolescenza della Toscana Ovest
  • Reparto di Neuro Psichiatria Infantile legato ai disturbi dell’Alimentazione dell’ospedale di Acireale
    in Sicilia
  • Reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Bolzano
  • Reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Trento
  • Reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Padova
  • Reparto di oncologia pediatrica dell’’ospedale del ponte di Varese
  • Fondazione piccola opera caritas di Giulianova
  • Associazione Charlie Brown di Cagliari
  • Associazione casa di Kim Roma
  • Associazione LuceMia di Bolzano
  • Associazione Angeli Guerrieri della Terra dei Fuochi di Napoli
  • Pergioco di Luino
  • Casa Fraschini di Cittiglio
  • Reparto di pediatria dell’ospedale di Cittiglio

Chiedo un vostro aiuto.
Chiedo un vostro aiuto per poter continuare a realizzare i sogni di tanti altri bambini e delle loro famiglie. Lo scopo è alleviare la loro sofferenza dovuta ai periodi lunghi di degenza durante le terapie in ospedale.

So cosa si prova, perché l’ho provato in prima persona e mi fa molto dispiacere non poter contribuire maggiormente a questa causa.
Ma uniti si può fare la differenza per aiutare questi bambini e le loro famiglie.

Grazie mille a voi tutti per l’attenzione

IL SOGNO DI MAREMA

Carissima Elena, mi chiamo Anita Fontana e ti scrivo dalla provincia di Napoli. Ti seguo da quando hanno dovuto enucleare l’occhio destro di mia figlia Marema, sopravvissuta come te al cancro, all’età di quasi 2 anni e mezzo, dopo aver combattuto contro il retinoblastoma per un anno e mezzo. Mi sono decisa a scriverti dopo che prima di Natale Marema mi ha detto: “Mamma mi sono stancata di avere solo un occhio, quando ricresce l’altro?”. Dopo averle spiegato la cruda verità, le ho fatto vedere i video dove tu balli bendata e tutte le tue foto delle sfilate per farle vedere che potrà fare tutto ciò che vorrà da grande. In quel momento le si è illuminato il viso e mi ha detto: “Mamma anche io voglio fare la ballerina e la modella”. Ovviamente si è accodata la sorellina Aicha, che a soli 3 anni dalla sera alla mattina si è vista messa da parte e sballottata tra amiche, nonni e vicini di casa quando da Napoli ci siamo dovuti spostare a Roma per le cure. Quindi sono qui a chiederti (con un po’ di faccia tosta) se potessi aiutarmi a realizzare il loro piccolo sogno di essere modelle e principesse per un giorno e conoscere una grande guerriera come te. Per me e mio marito sarebbe bello donare loro un sorriso dopo anni di cure, e anche per noi genitori, sarebbe utile e di conforto poter trovare un attimo durante questa giornata in cui fermarci a parlare, condividere le esperienze e confrontarci sulle problematiche legate a come affrontare la malattia durante la crescita.

Spero fiduciosa in una tua risposta, Anita

Tutto ha inizio il giorno 6 luglio 2021 presso la ludoteca “La Tana dei Sogni”, dove lo staff di Elena viene accolto dalla tesoriera Loredana Barrisciano e da Concetta Zaccaria, presidente dell’Associazione Angeli Guerrieri della Terra dei Fuochi, un’associazione fondata da sette famiglie che hanno perso i loro bambini a causa dell’inquinamento nella Terra dei Fuochi e che ha come obiettivo quello di sostenere e supportare le famiglie di bimbi affetti da patologie rare durante tutto il periodo delle terapie, aiutandoli psicologicamente ed economicamente.

I primi scatti fotografici sono stati realizzati in ludoteca per regalare alle bimbe un momento di gioia in un luogo a loro famigliare circondate da facce conosciute.

Per ringraziare della disponibilità ricevuta, Elena e Silvia hanno donato all’Associazione scatoloni di materiale artistico, ludico ed educativo acquistati attraverso la raccolta fondi Dona un Colore a un Bambino

Nel pomeriggio tutto lo staff (proveniente da Abruzzo, Lombardia, Lazio, Campania e Toscana) si è recato presso il Castello del Maschio Angioino, gentilmente concesso a titolo gratuito dal comune di Napoli (Sindaco Luigi De Magistris; Assessora all’istruzione, alla cultura e al turismo Annamaria Palmieri; Segretaria del Sindaco Mafalda Fasanella), dove grazie a Norma Carla Pelusio, dirigente servizio di beni culturali e del turismo e Camillo abbiamo potuto realizzare dei bellissimi scatti fotografici nelle sale e nelle terrazze più importanti della struttura.

Mamma Anita, stretta in un abbraccio insieme ad Elena, ha ringraziato tutti quanti per aver regalato una giornata da sogno alle sue bambine, ma soprattutto una giornata senza il pensiero della malattia a lei e suo marito, che da due anni non sentivano parlar d’altro se non di cancro, chemioterapia, dottori ed ospedali.

Ci auguriamo che molte altre persone in tutta Italia desiderino aiutarci a supportare il progetto Dona un Colore a un Bambino in modo da poter donare piccoli e grandi momenti di normalità e spensieratezza a piccoli guerrieri ed alle loro famiglie.

MOSTRA “RETINOBLASTOMA”

Mostra fotografica presso il Museo degli Innocenti a Firenze, realizzata dalla fotografa professionista Ilaria Facci, che rappresenta la malattia, il raro tumore chiamato Retinoblastoma, malattia dalla quale sono affette la fotografa stessa, Elena e la piccola Anna, insieme nelle foto di questa mostra.

L’idea della fotografa è quella di raccontare in chiave positiva l’esperienza della malattia e poi dell’accettazione delle sue conseguenze fisiche e psicologiche.

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